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Quel limbo infinito

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Non tra quelle vive pagine

segrete ed inesplorate

s’è compiuto il mistero

sospeso è ancora il filo

il viaggio il destino di parole

seminate per le vie

 

altre vendemmie m’attendono

filari meno radi che non lasciano

intravedere il cielo e le sfumature

del viola verso il nero

a dar pensiero a chi è lungi

dal penetrare la verità

 

ecco…

possedere è un’inquietudine che non appaga

ma crea labirinti dove anche le attese

si spingono troppo lontano

 

quelle pagine vive erano una sfida

(vinta?) senza competizione

un narrare incessante

senza alcuna intenzione.

 

Pensando al mio libro che porta il titolo di "Quel limbo infinito"

 Rosetta Sacchi - 03/08/2020 22:46:00 [ leggi altri commenti di Rosetta Sacchi » ]

Il perno di questa poesia che volge come lo sguardo al passato, al libro il cui titolo è “Quel limbo infinito” con un sottotitolo “Le lunghe attese della vita” è appunto l’attesa che qui ha fatto un ulteriore passo, avanti o indietro, dipende… un passo che diviene inquietudine che non appaga. Il concetto è centrato senza dubbio nel giudizio di Dedalus che ringrazio per questo suo intervento e saluto.

 Rosetta Sacchi - 03/08/2020 22:33:00 [ leggi altri commenti di Rosetta Sacchi » ]

Ringrazio vivamente Cristina Bizzarri per il suo attento giudizio, per quanto riguarda “ed” non è per me influente sulla eufonia del verso, non rappresenta per niente una durezza, riguardo al resto ( certi termini, avverbi, congiunzioni) penso che rappresentano la vera forza di questa poesia, sì stanno bene dove stanno.
Grazie ancora per la lettura. Un caro saluto.

 cristina bizzarri - 03/08/2020 12:34:00 [ leggi altri commenti di cristina bizzarri » ]

Un bisogno essenziale di porsi domande, di percorrere un cammino di ricerca, mai soddisfatta ma non per questo rassegnata. Dice del nostro esserci e del mistero in cui siamo immersi, dello stupore, dell’ansia e del disagio - ma anche della speranza - di chi non smette di interrogarsi. Un testo profondamente intenso e bello. Se posso permettermi una piccola annotazione, ho avvertito alcune "durezze" nei suoni (a "ed" mi suona meglio "e") e, forse, alcuni termini/avverbi/congiunzioni - dico forse - di troppo, perché fanno scorrere meno uniformemente il testo, di per sé molto bello e armonioso. Un caro saluto.

 Dedalus - 02/08/2020 16:51:00 [ leggi altri commenti di Dedalus » ]

Questi versi mi fanno ritornare in mente ciò che fu scritto nella prefazione al libro menzionato in calce dalla poetessa: l’attesa. Un tema molto caro all’autrice, un tema che ha visto affiorare dal suo intimo tutto il peso di ansie, di pensieri e di quanto ha caratterizzato ed a volte influenzato il suo modus vivendi. Un insieme di sensazioni, di stati emotivi e di riflessioni che come dice lei è "un narrare incessante/senza alcuna intenzione" . Tutto può esser stato "condicio", il vento o il corso sempre uguale dell’arco solare, il pensiero o l’affanno e tutto quel corredo quotidiano che accompagna la vita, a che la poetessa creasse quelle "pagine vive", pagine "senza competizione",
tutto "per un’inquietudine che non appaga".

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